G.D. Vajra

LA CANTINA SI RACCONTA...

Maggio 1968. Scoppia la contestazione studentesca. Aldo Vaira ha 15 anni e si unisce al fiume di giovani manifestanti che inonda le strade di Torino. Forse la storia avrebbe preso un’altra piega, se Aldo non fosse stato scoperto dal padre e immediatamente condotto a Barolo per trascorrere l’estate nella fattoria dei nonni, lontano dai guai.

Quei mesi trascorsi tra i filari e i campi infiammano il sogno: una vita spesa nella bellezza e libertà della natura.

Aldo è ancora minorenne e la sua scelta controcorrente è uno choc per gli anni del miracolo economico e dello spopolamento delle campagne. Nel 1971 aderisce a Suolo e Salute, diventando un pioniere dell’agricoltura biologica in Piemonte. Il 1972 è un’annata inclemente. Davanti all’unica apparente possibilità di lasciare i grappoli in pianta, Aldo non si arrende e vinifica le sue prime bottiglie.

L’energia degli inizi è tutta raccolta nell’appunto che ancora oggi campeggia sulla prima pagina del Marescalchi, il manuale universitario di enologia: fantasia al lavoro.

In due è più facile camminare “in direzione ostinata e contraria”, come recita il titolo di un famoso album di Fabrizio de André. Sono gli anni della selezione massale per il Coste&Fossati® (1979), della Freisa coltivata al Bricco delle Viole (1980), del primo Riesling renano piantato in Piemonte (1985), della scelta controcorrente di rinunciare agli eccessi di legno francese per dedicarsi a uno stile di finezza ed eleganza. Aldo si guadagna il titolo di “più moderno dei tradizionalisti e più tradizionale dei modernisti”.

Nel frattempo nascono Giuseppe (1985), Francesca (1987) e Isidoro (1990).

Questo è il presente per la nostra cantina. Fatto di sogni sempre nuovi, di ricerca, scoperte, dedizione, anche sacrifici, di vita e di gioia!