Frank Cornelissen

LA CANTINA SI RACCONTA...

La nostra filosofia agricola è fondata sul principio che l’uomo è incapace di capire la Natura nella sua totalità, la sua complessità, e le sue interazioni. Abbiamo scelto di osservare per imparare dai vari passaggi e cambiamenti energetici e cosmici di Madre Natura perché preferiamo seguire le indicazioni che essa ci dà piuttosto che decidere noi cosa fare e non fare. Di consequenza questa scelta ci ha portato ad evitare, dove possibile, di arare la terra e qualsiasi altro tipo di trattamento chimico, tradizionale, biologico oppure bio-dinamico. Accettare e seguire la natura è la nostra linea guida, dal momento che la divina abilità di comprendere il ’Tutto’ non è stata chiaramente data all’uomo, visto che siamo solo una parte di questa complessità e non Dio stesso.

L’azienda nasce nel 2001 quando l’Etna era ancora sconosciuto come zona viticola. Le nostre vigne si trovano sulla vallata nord del vulcano attivo Etna, nella Sicilia Orientale. La vallata nord è considerata oggi l’area migliore per vini rossi da singola vigna (contrada), come la ‘Côte-de-Nuits’ in Borgogna o la zona del ‘Barolo in Piemonte. La superficie dell’azienda è di circa 24 ettari, di cui 13 di vecchie vigne nel classico sesto ad Alberello, 9 di vecchie vigne trasformate in moderni filari di varia larghezza, circa due ettari di olivi ed il resto alberi da frutto, erbe e bosco. Sebbene l’Etna abbia una tradizione di impianti ad alta densità, cerchiamo di ridurre la monocoltura piantando varietà locali di alberi da frutto e tenendo api per riacquistare un ecosistema basato sulla complessità. Le vigne nuove sono piantate senza porta innesto, usando una selezione delle nostre originali piante a piede franco. Il sesto usato è l’alberello. Il grano saraceno è usato per ribilanciare il suolo più povero di materiale organico, specialmente quando prepariamo il terreno per piantare una nuova vigna, senza ricorrere così a fertilizzanti industriali. Evitiamo l’aratura quando possibile, sebbene questo dipenda dall’annata e dalla quantità di acqua durante l’inverno (il periodo di recupero per le piante dopo il ciclo produttivo). Il nostro scopo è di evitare ogni tipo di trattamento nella vigna e nei terreni circostanti, cosa in cui abbiamo avuto successo anche in annate difficili come il 2004 e il 2005. Sfortunatamente ci sarà sempre l’annata in cui trattamenti di solfato di rame e zolfo sono necessari per far si che le viti non muoiano, come nel 2013 e nel 2015.